Uscendo dall’appartamento, proseguite per circa 50 metri su Trastevere e poi girate a destra in via della Lungaretta e poi per via della Gensola fino ad arrivare a Piazza in Priscinula. questo percorso è di circa 1 km. Salite pochi gradini e vi ritrovate sul lungotevere, davanti a Ponte Cestio. Il ponte, costruito dal pretore Gaio Cestio nel 46 o 44 a.C. oppure da Lucio Cestio l’anno successivo, permette di raggiungere l’isola Tiberina. Sull’isola sorgevano vari tempi. Il Tempio di Esculapio venne inaugurato nel 289 a.C. e sorgeva nella parte meridionale dell’isola, nel luogo oggi occupato dalla chiesa di San Bartolomeo: Nella parte settentrionale si trovavano alcuni piccoli santuari legati a culti particolari, ora situati fra le fondamenta dell’Ospedale Fatebenefratelli.
Questi erano: due templi dedicati nel 194 a.C. a Fauno e Veiove; un sacello per Iuppiter Iuralius (ossia “garante dei giuramenti”), oggi sostituito dalla chiesa di San Giovanni Calibita, ma in cui un pavimento musivo mostra una dedica al dio; un altare dedicato al dio Semo Sancus, di origine sabina. Altri culti attestati sull’isola erano rivolti a Tiberino, Gaia e Bellona.
Attraversando ponte Fabricio si passa sull’altra sponda del Tevere. Sul lato dell’isola si trova la Torre Caetani, che ne sorvegliava l’ingresso. In alternativa a questo percorso si può passare sul ponte Palatino da dove si possono scorgere le rovine del ponte rotto, prima di arrivare in Piazza della bocca della verità, la parte più antica della città, luogo dei primi insediamenti che poi diedero vita all’Urbe.
Attraversato il Tevere, si raggiunge Piazza della Bocca della Verità, posta nell’antica zona del Foro Boario, proprio davanti all’Isola Tiberina, prende il nome dalla Bocca della Verità, oggi collocata nel portico della chiesa di Santa Maria in Cosmedin. La Bocca della Verità è un antico mascherone in marmo, murato nella parete del pronao della chiesa.
Il luogo era stato sede dell’Ara Massima di Ercole, santuario “internazionale” deputato a garantire i commerci e i mercanti che in quella zona trafficavano e vivevano. Oltre alla chiesa risalente al tardo medioevo, nella piazza sorgono l’Arco degli Argentari, l’Arco di Giano, il Tempio di Ercole, erroneamente identificato con il Tempio di Vesta in ragione della sua forma circolare, ed il Tempio di Portuno,
divinità legata al porto fluviale che qui sorgeva.
Prendendo per via Luigi Petroselli si arriva in via del Teatro Marcello. Giulio Cesare progettò la costruzione di un teatro, destinato a rivaleggiare con quello edificato nel Campo Marzio da Pompeo. A questo scopo venne espropriata una vasta area, demolendo anche alcuni edifici sacri, come un tempio dedicato alla dea Pietas e uno forse da identificare col tempio di Diana. Alla morte del dittatore tuttavia erano solo state gettate le fondazioni e i lavori furono ripresi da Augusto, che riscattò con il proprio denaro un’area ancora più vasta e fece innalzare un edificio di dimensioni maggiori di quello originariamente previsto. Questo allargamento comportò probabilmente l’occupazione della parte curva del Circo Flaminio, che da allora divenne una semplice piazza, e lo spostamento e la ricostruzione degli edifici sacri circostanti, come l’antico tempio di Apollo e il tempio di Bellona.